Tu non sei uguale a me

Tu non sei uguale a me, non ci assomigliamo nemmeno. Ci sono giorni in cui devi solo tacere, in cui io posso parlare e tu no, in cui io festeggio e tu stai a casa, e nessuno sente la tua mancanza.

Tu hai invaso il mio paese con i carri armati, io l’ho difeso con una carabina, finché non mi hai schiacciato contro il filo spinato. Tu mi hai sparato coi cannoni delle tue corazzate, io ho difeso quel primo lembo di patria con un manipolo di uomini, e siamo morti come topi dentro le casematte. Tu hai sterminato la mia famiglia, deportato i miei amici, hai riso del dolore della mia gente.

Io ho aspettato nel bosco, ho aspettato di averti a tiro, e un po’ mi ha fatto male il poterti soltanto piantare una pallottola in fronte, piuttosto che farti scontare con atroci sofferenze il male che hai causato. Perché io non sono come te: non godo del dolore altrui, ma allevia le mie pene il dolore che non mi può più tangere.

Ci sarà chi verrà a dire che sei stato anche te un eroe, perché hai difeso degli ideali. Per me rimarrai sempre un vigliacco che si è schierato dalla parte dei più forti, e protetto dalla forza indifferente del branco ha fatto scempio della dignità umana.

Allora oggi festeggio, perché ti ho sconfitto; ed è bene che tutti sappiano perché ti ho sparato. E che se lo ricordino, perché che il fatto che stia scritto non basta.